BROMISLAW MALINOWSKI

Esiste un prima e un dopo nella storia dellantropologia e la linea di demarcazione e rappresentata dalluscita, nel 1922, di "Argonauti del Pacifico Occidentale" di Bronislaw Malinowski. Frutto di un lungo soggiorno dello studioso polacco tra le popolazioni delle Isole Trobriand in Melanesia, questo saggio non soltanto analizza un interessante sistema di scambio inter-tribale il Kula e tutte le sue implicazioni sulleconomia, sullorganizzazione sociale e sulle credenze religiose dei nativi, ma pone anche le basi per un approccio moderno e laico allo studio delle altre culture. Attraverso il metodo dellosservazione partecipante, il ricercatore smette di essere un soggetto estraneo alle popolazioni che studia, per calarsi il piu possibile nella loro realta e superare in questo modo i limiti e i pregiudizi delletnologia ottocentesca. Ancora oggi pietra miliare della disciplina antropologica, "Argonauti" e oggi riproposto in una nuova traduzione italiana.

Nato da una lettura tenuta nel 1925 al Royal Institute of Great Britain, "Crime and Custom in Savage Society" (qui liberamente tradotto come "Delitto e castigo nella societa selvaggia") affronta il problema della presenza o meno di un corpus giuridico nelle societa native e le forze che portano luomo a rispettarne o trasgredirne le regole. Forte della sua esperienza sul campo scaturita qualche anno prima nel celebre "Argonauti del Pacifico Occidentale", Bronislaw Manilowski si pone in aperta polemica con gran parte delle teorie a lui precedenti e contemporanee, che volevano il nativo ora vivere nella completa anarchia, ora rispettare in modo cieco e timorato una lunga serie di proibizioni. Attingendo alla sua personale esperienza nelle isole Trobriand, lantropologo polacco dimostra tramite esempi pratici come la societa degli indigeni non sia ne un paradiso anarchico, ne un inferno di repressione ma, come tutte le societa, viva una contrattazione continua e tuttaltro che statica tra le regole della tradizione e le passioni umane.

Negli anni in cui "Magic, Science and Religion" fu pubblicato, attribuire un pensiero scientifico alle popolazioni native era ancora in parte un tabu. Le ricerche antropologiche ponevano spesso laccento sugli ambiti irrazionali delle culture extraeuropee: il misticismo, il pensiero magico, le credenze ultraterrene. In questo saggio del 1925, Bronislaw Malinowski, facendo tesoro anche delle ricerche a lui recenti di James Frazer, si incarica invece di rappresentare, sulla base della sua esperienza sul campo, la compresenza nella societa nativa di tre distinti domini, ciascuno con il compito di dare una risposta a differenti esigenze della vita umana. Alla magia e alla religione, ambiti dellirrazionale da non confondere tra loro, bisogna affiancare la scienza, ambito del razionale presente in tutte le culture. Ne scaturisce un altro tassello tramite cui Malinowski ha contribuito al rinnovamento della scienza antropologica della sua epoca.

El libro de MALINOWSKI sobre la vida sexual de los salvajes ha alcanzado en todo el mundo el valor de un documento indispensable para el conocimiento de la sexualidad humana.

Introdução e capítulo 1 de Argonautas do Pacífico Ocidental. Tema, método e objetivo desta pesquisa A região e os habitantes do distrito do Kula.Publicado em 1922, o clássico Argonautas do Pacífico O

In Sex and Repression in Savage Society Malinowski applies his experiences on the Trobriand Islands to the study of sexuality, and the attendant issues of eroticism, obscenity, incest, oppression, po

The importance of the subject treated in this study, as well as the prominent part played by the Australian evidence in the problem of kinship, will, it is believed, amply justify a detailed inquiry into the institution of the family in Australia. It is, however, always desirable for a monograph like the present one, besides being a mere collection and description of facts, to have a sufficiently wide theoretical scope. It ought to demonstrate some general principle upon the particular example treated, and to approach the problem from a new standpoint. I wish here shortly to indicate how far a slight and imperfect attempt in this direction has been made. In describing the facts of family life in Australia I have tried to show that even if the problems of origins and development of an institution be put aside and the inquiry be limited to the actual facts (in this case to the actual working of the aboriginal kinship organization), there are plenty of subjects of great theoretical importance, some of which, as yet not fully considered by sociologists. On the other hand, I have tried to show that in dealing with purely sociological problems it is necessary, in order to do justice to the complexity and fulness of social phenomena, to draw into the field of inquiry a series of facts often hitherto partially or completely neglected. The facts of daily life, the emotional side of family relations, the magico-religious ideas of the aborigines about kinship and sexual relations, customary as well as legal normsall these factors must be taken impartially into careful consideration in order to give the full picture of an institution as it embraces living man in a living society. In other words each social institution must be studied in all its complex social functions as well as in its reflexion in the collective psychology.

Durante la Primera Guerra Mundial, el antropólogo Bronislaw Malinowski quedó retenido, muy a su pesar, en las Islas Trobriand, en la costa oriental de Nueva Guinea. Esta desgraciada circunstancia le ofreció, sin embargo, la oportunidad de convivir una larga temporada con los nativos, aprender su lengua, participar en su vida cotidiana, y lo que es más importante: revolucionar por completo la disciplina de la antropología mediante la invención de una metodología de trabajo de campo radicalmente nueva. Fue por tanto gracias a esta imposición del destino que Malinowski pasó a convertirse en el padre en la antropología social contemporánea y en una de las figuras intelectuales más importantes del siglo XX. Durante ese tiempo en las Islas Trobriand, comenzó las investigaciones que lo llevarían a la redacción de este libro, un verdadero clásico de las humanidades inédito hasta ahora en nuestro país. Se ocupó de estudiar la relación de los nativos con la sexualidad, el erotismo, el incesto, la represión, el poder y la paternidad. Para ello se acercó a las propuestas del psicoanálisis, que en aquellas fechas popularizaba Freud en Europa, pero llegó a conclusiones muy distintas: fue capaz de demostrar de forma científica que el complejo de Edipo no es universal y no se da en todo tipo de sociedades, lo que supone un desafío al dogma principal de la teoría psicoanalítica, que hace de este complejo el origen y el principio creador de la cultura, la religión, la ley y la moral. Por supuesto, las consecuencias políticas de esta interpretación son fundamentales: la sociedad y el individuo construidos sobre el complejo y la represión no son los únicos posibles ni los únicos deseables. El resultado es un libro excepcional y brillante, revolucionario cuando se publicó por primera vez y que se ha convertido en una obra de referencia en el ámbito de la antropología y la psicología del sexo.