Jack Frusciante e cresciuto' Sembrerebbe di si, anche se non e lecito identificare l'adolescente di ieri, che abbiamo lasciato con gli occhi lustri per la partenza dell'amata, nel giovane protagonista che oggi sembra guardarsi vivere, interrogarsi, fintospavaldo e inquieto, mentre inciampa ancora in una scombinata e tenera Love story. Come se i corruschi violenti colori alla Pazienza di "Bastogne" avessero segnato un confine, in questo suo nuovo romanzo, che parla ancora di Bologna e di amori, di amicizie, di anni di giovinezza grandi e pieni, Brizzi ferma l'attimo, quasi a chiedere una sosta di riflessione, come se i suoi ventiquattro anni si fossero raddoppiati. E nasce questo libro a due facce e silarato e meravigliato, turbinoso e profondo, che supera di un colpo itinerari obbligati della narrativa generazionale: ecco, da un lato la storia raccontata e rivive un amore goffo e delicato, tra un concerto dei Pogues e divaganti memorie, tra gli amici fedeli del liceo e le tribu occasionali, tra corse in vespa e sorsate di Beck's; dall'altro la situazione si radicalizza, il nastro si interrompe e l'autore si svela, si confessa, come volesse esorcizzare il futuro pur cosi promettente e fermare invece quegli anni gia corsi, di prima, con le bravate adolescenziali, i viaggi poveri, l'intorpidente hashish e le infinite lunghe notti in cui amicizie e solitudine si ritrovano. Una storia trapassa inavvertitamente nell'altra, il protagonista, gradasso e tenero di un'adolescenza comune diventa il giovane scrittore di successo con una consapevolezza cosi tardiva che fortunatamente preserva il candore della sorpresa, il linguaggio da comico e ironico si vena di liricita, lo stile da acceso si scherma di malinconia, di un sopito dolore per il tempo che macina il grano e la giovinezza. (...)
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